Il territorio friulano è area di indubbio interesse per gli studi speleologici: già nel '500 Jacopo Valvasone di Maniago e poi Palladio degli Olivi citano fatti storici o leggende legati alle cavità naturali, è così via ma è alla fine del XIX secolo che la speleologia scientifica friulana affonda le sue radici in un contesto culturale ricco di ricerche geologiche, di esplorazioni, di rilevazioni cartografiche, e nel quale nascono società geografiche-naturalistiche e consociazioni turistiche.
È così che il 25 agosto 1875 la sezione di Tolmezzo del Club Alpino Italiano compie una visita al Fontanon del Riu Neri nei pressi di Socchieve: un esempio delle prime ricerche che appaiono mai fini a sé stesse o limitate alla sola esplorazione, ma finalizzate alla documentazione dei fenomeni carsici. Appare così, nel 1876 su "In Alto", il primo rilievo di cavità, quello del Clap del Lof a sud di Amaro.
Le ricerche sono comunque ancora sporadiche fino a quando tre soci della Società Alpina Friulana, Angelo Coppadoro, Alfredo Lazzarini e Sabino Leskovic, effettuano, nel 1892, la prima esplorazione della Grotta di Villanova (poi rinominata Grotta Doviza) dandone notizia su “In Alto”, coinvolgendo nelle loro ricerche molti giovani guidati dal grande geografo Olinto Marinelli.
In seguito all’esplorazione nella Grotta di Villanova nasce, in seno alla SAF, l’ipotesi di dare origine ad una sezione speleologica.